I viraggi

A parte le tecniche di colorazione manuale fatta con colori vari, un modo di variare ulteriormente la tonalità di una stampa è il “viraggio”.

Con questo termine si indica, in fotografia, un trattamento che alteri la struttura chimico-fisica di un fototipo con scopi prevalentemente estetici (o anche conservativi). Questa trasformazione è ottenuta trattando il fototipo stesso con soluzioni adatte, ed è resa possibile grazie alla notevole reattività delle particelle d’argento che costituiscono l’immagine.

Con il viraggio l’argento viene sostituito da altri composti di comportamento diverso.

Si ricorda che il colore dell’immagine argentica dipende in maniera sostanziale dall’interazione tra la struttura delle particelle dell’immagine e la luce: ad esempio particelle molto piccole conferiscono tonalità calde (argento fotolitico).

Da quanto detto, in maniera generale, a proposito del viraggio, si evince facilmente come un’alterazione nella struttura dell’immagine possa provocare anche mutamenti nel suo aspetto.

Un esempio chiarirà meglio quanto detto: uno dei viraggi più noti, ancora oggi, è il “viraggio seppia”, che conferisce alle foto in bianco e nero la caratteristica tonalità bruno-seppia; questo è dovuto al fatto che con suddetto viraggio l’argento dell’immagine viene trasformato, in parte o del tutto, in solfuro d’argento: le particelle di solfuro d’argento interagiscono con la luce diversamente da quelle di argento dell’immagine primitiva, da cui la diversa tonalità.

Poiché l’argento può reagire con numerosissime sostanze, sono esistiti molti viraggi, per l’ottenimento dei risultati e dei colori più vari.

Sempre per la medesima ragione riguardante la dimensione delle particelle che costituiscono l’immagine e del loro stato fisico di aggregazione, i viraggi possono fornire risultati sensibilmente diversi a seconda delle carte su cui vengono applicati: le carte al bromuro d’argento hanno una struttura d’immagine sensibilmente diversa da una carta al cloruro d’argento, che ha una struttura molto più fine e fornisce risultati di colore più caldo. Il medesimo viraggio darà luogo, dunque, a risultati diversi a seconda che venga utilizzato su una carta al bromuro oppure al cloruro.

Vi sono numerosi altri fattori che possono avere la loro influenza: lo sviluppo, la sua durata, la temperatura ecc. In ultima analisi tutto ciò che può incidere, durante la formazione dell’immagine, sulla sua struttura microscopica, può riflettersi in seguito nell’eventuale viraggio.

Un particolare riferimento va fatto riguardo il viraggio all’oro, uno dei più uilizzati (anche nelle immagini presentate).

Questo viraggio fu introdotto già fin dal 1840 ad opera del fisico Hyppolite Fizeau, fu poi impiegato costantemente durante tutto l’800 sulle carte ad annerimento diretto.

Con esso una parte dell’argento dell’immagine viene sostituito da oro metallico; questo ha un profondo effetto sull’immagine: il colore cambia fino al violetto e la stabilità nel tempo risulta considerevolmente aumentata.

Questo viraggio al giorno d’oggi è molto poco usato. Il suo impiego sulle moderne carte in bianco e nero a sviluppo produce in genere un leggero ma sensibile cambiamento della tonalità verso il blu-violetto ed aumenta la stabilità dell’immagine.

Utilizzato, invece, su stampe già precedentemente virate in toni bruni (ad esempio in seppia) produce tonalità di un rosso piuttosto acceso e, per alcune immagini, molto d’effetto.